Un programma semplice di buon lavoro…
che non richiede preventive discussioni metodologiche…
dal lavoro stesso nascerà volta a volta o si confermerà la metodologia conveniente;
richiede serietà e alacrità e solidarietà di sforzi
Carlo Dionisotti
Il Centro ha come obiettivo istituzionale la promozione degli studi sull’Umanesimo italiano ed europeo, con gli strumenti della metodologia filologica. Esso opera nella consapevolezza che per ricostruire la complessa fisionomia dell’età umanistica è necessario provvedere a un ampliamento delle conoscenze, rimettendo in circolazione testi inediti o rivisitando criticamente quelli affidati a pubblicazioni poco rigorose, e illuminando i contesti storici e culturali che li hanno prodotti: il lavoro svolto fino a questo momento ha spianato nuove strade nella ricerca, consentendo molto spesso di modificare non pochi stereotipi delle storie letterarie.
È legittimo chiedersi quale valore possano avere oggi, nell’epoca della globalizzazione, gli obiettivi di un Centro umanistico, e anzi cosa ancora abbia da dire l’Umanesimo alle giovani generazioni, se sia ancora da considerare valore fondante o se invece abbia esaurito tutte le potenzialità. La risposta a questi interrogativi costituisce la ragione d’essere del Centro, che intende proporre come ancora attuale e produttivo per la costruzione della civiltà umana un modello di conoscenza che sul versante della cultura allineava senza gerarchie di alcun tipo la sapienza di tutte le epoche nell’intera ecumene. Nel Rinascimento ogni libro poteva concorrere all’edificazione dell’uomo, alla formazione dell’intellettuale. Lorenzo il Magnifico progettava una biblioteca in cui accanto alla cultura classica venisse a coesistere quella orientale: una delle suggestioni più forti che abbiamo ereditato dall’Umanesimo è proprio il richiamo all’unitarietà delle culture. Anche più necessario rispetto alle epoche precedenti appare oggi lo strumento della filologia: esso si offre come antidoto alla perdita del senso della storia, nonché alla confusione culturale e ideologica che minaccia l’uomo moderno, veicolo di certezze rispetto alla seduzione spesso ingannevole di nuovi linguaggi e modelli euristici.
Il logo, che riprende in forma stilizzata la celebre miniatura di Petrarca tra i suoi libri dal ms. 90 inf. 2, Iv, della Biblioteca Medicea Laurenziana, simboleggia gli interessi e gli orientamenti del Centro. Le aree di ricerca peculiari sono la filologia e la letteratura degli umanisti, la tradizione dei classici, il ritorno del greco in Occidente e il suo graduale impiantarsi negli ambienti culturali italiani ed europei, l’epigrafia umanistica, la storiografia. Tra le iniziative in cantiere, particolare importanza riveste il Progetto Poliziano, operazione di larghissimo impegno che chiama a raccolta molti filologi italiani e stranieri, mentre un notevole contributo alla paleografia umanistica sta per offrire la prossima riedizione in traduzione italiana e ampio apparato iconografico della New research of humanistic scribes in Florence (Firenze 1985), opera di uno dei più autorevoli paleografi del nostro tempo, la rimpianta Albinia C. de la Mare. Diverse sono le collane attive (Biblioteca umanistica, Libri e biblioteche, Mesticheria, Monumenta Ecclesiae Siculae, Muse moderne, Peculiares, Percorsi dei classici, Percorsi medievali, Quaderni di filologia medievale e umanistica, Umanesimo dei moderni) accanto al periodico Studi medievali e umanistici.
Il Centro risponde infine alla vocazione naturalmente umanistica della città di Messina, nella cui storia culturale l’unitarietà del paradigma greco e latino è stata lievito della nascente cultura volgare. Una felice simbiosi che ha il suo emblema in quell’orazione Pro litteris graecis, edita dal Centro, che un giovanissimo Pietro Bembo, il futuro teorico della ‘volgar lingua’, elaborava in greco proprio a Messina alla scuola di Costantino Lascari. In quel modello di unitarietà il Centro riconosce le sue radici e il suo progetto.